Quanto costa vendere casa? Solitamente chi sceglie di mettere in vendita la propria abitazione lo fa allo scopo di fare un buon affare e ottenere i soldi utili per fare qualcos’altro. Ad esempio, non è affatto raro che la vendita preceda l’acquisto di un’immobile più ampio oppure in un’altra zona. Il denaro ricavato dunque è quasi sempre necessario per fare altro, per questo è importante per i proprietari capire a quanto ammonteranno le spese, fra tasse, provvigioni e bolli.

Le spese per i documenti

La prima spesa legata alla vendita di casa riguarda i documenti necessari. Si tratta di un lavoro che richiede non solo pazienza, ma anche una certa conoscenza delle dinamiche e delle regole del settore immobiliare. Fra i documenti indispensabili c’è l’APE, ossia l’attestato di prestazione energetica. Questa certificazione va rinnovata ogni dieci anni e andrebbe resa disponibile per il potenziale acquirente, già durante la fase di valutazione dell’immobile. Questa documentazione va rilasciata da un tecnico abilitato che potrà chiedere sino a 400 euro. Un’altro documento che si è reso necessario da qualche anno, è la relazione tecnica integrata (RTI), anche questa redatta da un tecnico abilitato che attesta la situazione urbanistica e la regolarità catastale, a seconda dei casi arriva a costare anche diverse centinaia di euro.

Le tasse

Fra le spese legate alla vendita di casa ci sono anche le tasse. Se l’immobile non è stato adibito ad abitazione principale (per più di metà del tempo più un giorno del tempo totale di possesso) e viene venduto entro 5 anni dall’acquisto, la plusvalenza, al netto di eventuali costi detraibili, andrà in cumulo IRPEF o, in alternativa, si potrà pagare un’imposta pari al 20% direttamente al notaio in sede di stipula.

Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda le tempistiche nella vendita. Se la prima casa non viene venduta seguendo alcune regole (che in tanti non conoscono) si potrebbe arrivare a essere costretti a rimborsare lo Stato. Questo accade quando la vendita dell’immobile avviene prima dei 5 anni dall’acquisto per cui si è goduto del bonus prima casa, senza che si verifichi (entro i termini stabiliti dalla legge) un nuovo acquisto.

Le spese notarili

Chi paga le spese riguardanti il rogito? La risposta arriva dal Codice Civile, secondo cui le spese per il contratto di vendita – imposta ipotecaria, imposta di registro e imposta catastale – e le spese notarili sono sempre a carico dell’acquirente in base all’art. 1475 CC, attenzione però a quando si vende una casa che si è ereditato, se la successione non è antecedente ai venti anni, si dovranno pagare delle imposte per l’accettazione tacita dell’eredità.

Come spendere meno se si vende casa

L’ultima voce legata alle spese notarili riguarda quelle dell’agenzia immobiliare. Se ci si rivolge a dei professionisti infatti sarà necessario pagare una provvigione. Ma attenzione: questa spesa è molto particolare. Il motivo? Se si sceglie la giusta agenzia sarà possibile risparmiare molto. Legata al valore della vendita, la provvigione consente però di abbattere i costi legati alle altre voci.

Ad esempio, un agente immobiliare sarà capace non solo di vendere casa velocemente, ma anche di consigliare i proprietari nel modo giusto per impedire che commettano errori e vadano incontro a multe. Inoltre sarà un valido alleato per raccogliere tutta la documentazione necessaria in breve tempo e senza sbagli di nessun tipo. Il modo migliore per portare a termine una compravendita vantaggiosa.